Il regno delle isole.

03.07.2002 19:27

Maldive! Dopo averne sentito parlare per anni come di un posto fantastico, venerdì 28 giugno mi ritrovo seduto sul volo della Qatar Airways pronto a decollare, da Milano, alla volta del famoso arcipelago.


Fino ad oggi avevo sempre scartato questa destinazione per via delle mie preferenze rivolte a tipologie di viaggi più itineranti, ma che cosa mi spinge, finalmente, alle isole Maldive? Ben tre sono i motivi: l’anniversario di matrimonio di mio fratello, il desiderio di un po’ di mare e spiaggia, di Mavi, dopo gli ultimi due viaggi, in cui abbiamo risalito in lancia il fiume Mekong, nel Laos, e attraversato in auto, la Namibia, ed infine la mia professione di agente di viaggio, per saper così consigliare i miei clienti. 

Dopo tredici ore, comprese le due di coincidenza all’aeroporto di Doha, in Qatar, arriviamo all’aeroporto internazionale Hulhule, sito su di un’isola poco distante dall’isola di Malè, la capitale. Qui tutto sorge su di un isola, l’aeroporto, la capitale, i villaggi e le fabbriche… del resto ci sono solo isole! Per comprendere l’appellativo di "Regno delle Isole" (maniera in cui i maldiviani amano chiamare il proprio paese) bisogna fare un passo indietro.

Sono comodamente seduto sull’aereo intento a leggere un articolo della rivista di bordo dal titolo il Regno delle Isole, quando mi affaccio all’oblò e vedo apparire, in mare, sotto di me, a più di 8.000 metri, la miriade di isole che contraddistinguono questo stato arcipelago in tutto il mondo. Intuisco che il titolo non poteva essere più azzeccato tanto che me ne impossesso per questo mio resoconto di viaggio. Viste dall’alto le isole Maldive sono ancora più belle: infiniti cerchi di corallo, di color verde, turchese e celeste, e… tutto intorno minuscole isole. Ufficialmente gli isolotti sono 1.192, ma spesso ne affiorano di nuovi e ne spariscono di vecchi, per tanto è pressoché impossibile definirne il numero preciso. Esattamente 26 sono, invece, gli atolli su cui sono distribuite le isole. Per circa un’ora lo spettacolo è assicurato, fino a quando non si atterra.

Usciti dall’aeroporto c’è una lunga fila di piccoli banconi con l’insegna di ogni specifico Tour Operator che qui raccolgono le comitive dei propri turisti. Noi procediamo oltre in direzione di un molo dove vediamo attraccati alcuni dhoni, le imbarcazioni tradizionali del luogo, ancor oggi adoperati per il trasporto di merci, persone, e nell’attività peschereccia.

In inglese, ci rivolgiamo ad un ragazzo al timone di uno di questi dhoni per avere informazioni. Con nostra sorpresa egli ci risponde in italiano. Per accompagnarci al nostro resort, il Giravaru, ubicato nella parte meridionale dell’atollo di Malè Nord, chiede 15 dollari americani a testa. In base alle notizie prese prima della partenza costatiamo che il prezzo è giusto, quindi accettiamo, una volta tanto senza mercanteggiare. Dovremo però aspettare che l’imbarcazione si riempia di gente. Attendiamo trenta minuti prima di partire. Con noi ci sono solo Maldiviani, tutti diretti alla volta della capitale.

Dopo appena dieci minuti il dhoni ferma nell’isola di Malè dove scendono tutti e sale una ragazza italiana, Barbara, l’animatrice del villaggio Giravaru in cui saremo ospiti per cinque giorni. 

Abbandonando Malè scorgiamo la cupola della Grande Moschea ricoperta interamente di foglie d’oro, capace di contenere fino a 5.000 fedeli. 

Facciamo subito amicizia con Barbara, che per sei mesi l’anno vive nell’isola di Giravaru, ne approfittiamo per chiederle se vale la pena visitare Malè. Risponde "sì e no: sì per coloro che non hanno mai visitato un paese arabo. No per chi, invece, l’ha visitato." 

Lungo il percorso vediamo qua è là, più o meno vicine, piccole isole. Passiamo, poi, di fronte ad una più grande interamente occupata da una fabbrica. Da Malè impieghiamo 30 minuti per arrivare a Giravaru Island.

Bevuto il cocktail di benvenuto, piombiamo subito in camera ad infilarci i costumi per andare a fare il primo di molti bagni. Dopo aver sguazzato per circa un’ora in acqua e dopo un’altra ora di assoluto riposo sugli sdrai c’è già chi avverte un senso di claustrofobia. Optiamo per un esplorazione dell’isola su cui siamo finiti. Dopo dieci minuti siamo di nuovo al punto di partenza. 

Se non fosse per due escursioni che compiremo nei giorni del nostro soggiorno il viaggio sarebbe già finito…

Non c’è niente a parte il mare, però che mare! L’acqua è incredibilmente cristallina e trasparente. Per cinque giorni, appena cinque giorni, viviamo in graziosi bungalow a soli dieci metri dal mare, su una spiaggia di sabbia bianchissima per via dei microscopici coralli che la compongono. Le nostre giornate trascorrono in acqua: prima di colazione, al mattino, al pomeriggio, per concludersi con idilliaci bagni al tramonto. Per chi è in cerca di relax, per quanti sono innamorati del mare le Maldive sono veramente il paradiso. La temperatura del mare è ideale 26° costanti tutto l’anno. 

Per me e Mavi il passatempo migliore è fare snorkelling. Armati di maschera e pinne esploriamo a pelo d’acqua il fondale lungo il cerchio dell’atollo su cui si trova la nostra isola, in direzione dell’orizzonte. Questi fondali sono meno spettacolari rispetto a quelli gustati nel Mar Rosso. Il corallo è meno colorato perché è in gran parte morto, e per quanto concerne i pesci ci sembrano più o meno gli stessi. Ad ogni modo i fondali sono, comunque, a dir poco affascinanti. Facciamo snorkeling per due ore mantenendoci sempre là dove il mare è verde segno che l’acqua non è molto profonda. Tornati a riva ci accorgiamo di esserci non dico bruciati, ma quasi! I giorni a seguire Mavi e Simona si cospargeranno di creme protettive, mentre il sottoscritto indosserà costantemente una maglietta, anche durante i bagni.

Sazi di tanto mare decidiamo di andare a visitare Malè, nonostante i consigli di Barbara. Scopriamo però un amara sorpresa. Non possiamo raggiungere Malè perché non esiste alcun servizio di trasporto pubblico, a quanto pare un problema di tutto l’arcipelago e non solo dell’isola di Giravaru. Per visitare la capitale dobbiamo quindi scegliere una escursione organizzata, ma oggi è giorno di riposo perché ci sono le partenze e gli arrivi dei turisti. Tutte le imbarcazioni sono impegnate nel far spola dall’aeroporto al villaggio e così il giro a Malè salta definitivamente. Per spezzare l’abbuffata di mare assistiamo alla finale dei mondiali di calcio insieme al personale del resort.

Il giorno successivo partecipiamo all’escursione di mezza giornata ad un isola disabitata. Da lontano la vediamo malapena affiorare dall’oceano. Non a caso le isole Maldive sono nei guinness dei primati per essere il paese più piatto del mondo. L’elevazione massima è di 3 metri sopra il livello del mare! L’isola è un incanto, null’altro che palme, sabbia e mar, un luogo incontaminato senza tracce della presenza umana che incute, allo stesso tempo, serenità e paura: serenità per la straordinaria bellezza, paura per la sperduta solitudine. Man, mano che ci avviciniamo con il dhoni vediamo il bianco degli spruzzi delle onde che s’infrangono sulla barriera corallina, poi, il verde delle palme ed infine la spiaggia. L’isola è ancora più piccola di quella del nostro resort, la spiaggia ancora più bianca, l’acqua ancora più cristallina. Guardando all’orizzonte il mare si confonde con il cielo. Le palme sembrano cadere in acqua, quasi a volerla accarezzare. Siamo in paradiso! 

Il giorno seguente partecipiamo ad un’escursione in mare aperto, nei pressi di una bella barriera corallina, dove alcuni ospiti del villaggio ci hanno detto di aver visto delle testuggini. Il reef è effettivamente molto bello, il fondale colorato per via dei coralli ancora vivi. Vediamo pesci napoleone, pagliaccio, angelo imperatore, poi cernie e fittissimi branchi di lucenti pesci vetro, ma non le tartarughe di mare. Non è necessario, comunque, spingersi al largo per ammirare il mondo marino. Noi abbiamo visto una murena nuotare sinuosamente a pochi metri dalla riva.

Alle sei del pomeriggio del nostro ultimo giorno di vacanza ci troviamo su uno dei caratteristici moli di Giravaru, costruiti con blocchi di madrepore e corallo, ad aspettare il calar del sole. Durante l’attesa scorgiamo dei giganteschi granchi. E’ l’ultimo giorno e quasi che la natura sapesse ci riserva un fantastico tramonto. Il sole cadente irradia a perdita d’occhio una luce arancione i nostri corpi ne sono avvolti assistiamo a uno di quei tramonti indimenticabili che restano indelebili nei ricordi. 

Ora che torniamo a casa io e Mavi, rimpiangiamo, tanto quanto mio fratello e sua moglie, la repubblica delle vacanze. 

Facciamo per l’ultima volta il giro dell’isola. E’ notte, ma non buio: una grande luna piena e una galassia di stelle fanno luce a sufficienza. Man mano che avanziamo sulla spiaggia davanti a noi nugoli di paciugo scappano correndo leggeri sulla sabbia in tutte le direzioni.

Ora capisco gli slogan dei vari Tour Operator che vendono le Maldive. Le Maldive sono la "repubblica delle vacanze." Un posto per turisti non certo per viaggiatori. Il luogo è tale e quale alle foto che i diversi depliant pubblicizzano, un posto da favola… e com’era scritto su un cartello dell’aeroporto: il paradiso in terra per chi è in cerca di tranquillità e di riposo, e per quanti sonno innamorati del mare. Ecco spiegate le Maldive in modo sbrigativo. Io e Mavi, più avvezzi a muoverci e a viaggiare la sera ci sentiamo come dei prigionieri, seppur in paradiso. Mio fratello e Simona si sono invece goduti i tesori di questo eden: orizzonti infiniti, il silenzio dei grandi spazi, cieli notturni tempestati di stelle, sole e caldo tropicale, acque trasparenti di color blu, celeste e verde, spiagge bianche di finissimo corallo, scenografiche palme protese verso il mare, stupendi fondali e pesci coloratissimi. Maldive, un carcere dorato o un paradiso terrestre? Oppure, solo "il regno delle isole".